E’ arrivata Cristina!
Posted 1 gennaio 2009
on:A Natale, Cristo. A Santo Stefano… Cristina!
Non voglio essere blasfemo, anche se non mi interessa, volevo solo introdurre il post sul concertone di Cristina D’Avena, la rockstar dei cartoni animati insieme ai Gem Boy, tenutosi all’Hiroshima Mon Amour di Torino.
Avevo comprato quattro biglietti, per me, mia sorella, una mia collega e l’immancabile Simone che questa volta ha tirato un pacco difficile da scordare.
Niente male, tanto i soldi erano suoi, anzi loro, perché ci si è messa anche la collega con un’indigestione natalizia.
Nonostante i tentativi di trovare dei sostituti, siamo dovuti andare noi due da soli, fratello e sorella.
Orario stampato sul biglietto e sulle locandine 21.30, ma conoscendo il posto siamo partiti da casa intorno a quell’ora.
Chissà perché all’Hiroshima bisogna sempre aspettare almeno un’ora cazzeggiando. Per fortuna la musica pre-concerto era bella. Il concerto è iniziato alle 22.45: un’ora e quindici minuti di attesa!!!
La bella Cristina ha introdotto lo show con un brano che nessuno conosceva per poi passare ad una carrellata di sigle famose dei nostri eroi cartonati degli anni ’80: Mila e Shiro due cuori nella pallavolo, Occhi di gatto, Kiss me Licia, Memole dolce Memole, Pollon, Il tulipano nero, La canzone dei puffi, e molte altre tra le quali alcune di cui conoscevo solo la sigla, perché ormai erano gli anni (la fine degli ’80) in cui iniziavo a snobbare i programmi per bambini. Il tutto intervallato dagli sketch dei simpaticissimi e bravissimi Gem Boy. Il pubblico (età compresa tra i 25 e 35 anni, assolutamente nessun infante) in delirio!
Il concerto è finito intorno alla 1.00 e la gente sudata ma soddisfatta defluiva lentamente verso le uscite parlando di come erano belli e ben studiati i cartoni animati di una volta, non come quelli di adesso in cui i personaggi sono sempre così incazzati neri che ti fanno venire l’ansia.
Almeno una volta i messaggi trasmessi erano positivi: il bene contro il male. Adesso penso che sia: il più forte vince il debole.
Comunque, io ho sempre preferito le storie che erano più realistiche, magari tristi ma più attaccate alla realtà, e lunghe come una telenovela, niente fantascienza. Beh, un pochino,quelli più famosi.
Mi ricordo che c’era un cartone animato che mi incollava addosso una forte sensazione di malinconia: si tratta della versione cartonata giapponese del libro Cuore di De Amicis, la cui sigla è stata scritta da Riccardo Zara e interpretata da I Cavalieri del Re, insomma quelli di Lady Oscar.
Cliccando su play del Windows Media Player la potete ascoltare, aspettando il post su Capodanno.
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