Il Blog di Luca C.

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Diamo il benvenuto al 2023 sperando sempre che ci porti finalmente un po’ di pace e di tranquillità a livello mondiale. Nel nostro piccolo possiamo solo allenarci ogni giorno ad essere positivi e ottimisti per stare meglio con noi stessi e con il prossimo. Iniziamo a distribuire l’allegria e a contagiare gli altri con il buon umore. Poi da cosa nasce cosa…

C’è chi vede tutto nero e poi piange un anno intero, c’è chi teme sempre il peggio e non trova mai il coraggio, chi si fissa sulle spine e non guarda tutto il fiore, chi non vuole andare al mare e si abbronza al cellulare.

Ci vorrebbe una canzone che ti metta il buon umore, un’allegra melodia da cantare tutti insieme. Ci vorrebbe una canzone positiva ed ottimista che ti viene voglia di cantare.

C’è chi teme l’uomo nero ed innalza un altro muro, chi d’estate ha tanto caldo e d’inverno sente freddo. C’è chi non è mai contento col bicchiere mezzo pieno, chi non legge più il giornale e si specchia al cellulare.

Ci vorrebbe una canzone che ti metta il buon umore, un’allegra melodia da cantare tutti insieme. Ci vorrebbe una canzone positiva ed ottimista che ti viene voglia di cantare.

E se non riesci a sorridere come l’insegnante di yoga e se nessuno Like ti mette più,

Ci vorrebbe una canzone che ti metta il buon umore, un’allegra melodia da cantare tutti insieme. Ci vorrebbe una canzone positiva ed ottimista che ti viene voglia di cantare.

(Folkabbestia, Canzone ottimista, Il Fricchettone 2.0, 2019)

Io credo che i lavoratori stagionali si dividano in quattro categorie: ci sono i ragazzini, che stanno nella prima fascia, sono i migliori. sono studenti universitari che si sparano la campagna per mantenersi agli studi o ammonticchiare dinero per farsi le vacanze. […] Per molti di loro questa è solo un’esperienza, un’avventura di passaggio che un giorno racconteranno ai loro figli con nostalgia o per dimostrargli quanto hanno faticato per arrivare dove sono ora. La seconda categoria è quella degli intermedi, seconda fascia. Ragazzi non più giovani che hanno finito di studiare e non trovano lavoro. Hanno fra i 25 e i 35 e sicuramente hanno fatto tutte le scelte universitarie sbagliate possibili, altrimenti non si troverebbero a passare le notti in fabbrica insieme a ragazzini al primo anno di università. […] pensano ancora di essere in prima fascia ma pendono pericolosamente verso la terza. Poi ci sono gli adulti, terza fascia. Uomini e donne […] che hanno perso il lavoro e non sanno che altro fare, cassaintegrati, casalinghe, […] genitori intrappolati in un loop infinito […], ti parlano di quanto i figli stiano facendo carriera per dimostrarti che almeno una cosa buona l’hanno fatta. Si sentono in colpa, frustrati o sconfitti, arresi. Molti credono tantissimo nell’azienda e in quello che fanno, prendono il lavoro con serietà eccessiva, un meccanismo di difesa commovente ma inappropriato. Sono trasparenti, ad alcuni gli vedi attraverso, gli tocca prendere ordini da ragazzini con l’età dei loro figli, non possono perdere il lavoro, testa china e giù a faticare. La quarta fascia è a parte, sono gli stranieri. E’ quella moltitudine di uomini e donne che si muovono come fantasmi. Parlano pochissimo e quasi sempre tra loro, non sanno bene la lingua […]. Molti lavorano tramite cooperativa e guadagnano cinque euro all’ora per lavorare dodici ore. Arrivano in macchinate strapiene perché solo pochi hanno la macchina […]. Gli altri colleghi chiedono un sacco di soldi per accompagnarli […]. Alcuni vengono in bici facendosi ore di viaggio […] Lavorano un casino e non si lamentano mai, sono felici di lavorare e spesso sorridono con denti rovinati.

(Giordano Magnani, Jazz e pummarola, Parma. I nuovi narratori raccontano la loro città, Ed. Diabasis, 2021)

Il caso Olivetti. La IBM, la CIA, la Guerra fredda e la misteriosa fine del primo personal computer della storia

Il libro: L’autrice di questo interessantissimo saggio Il caso Olivetti (La IBM, la CIA, la Guerra Fredda e la misteriosa fine del primo personal computer della storia) ripercorre l’intera vita della famiglia Olivetti e della famosa azienda di macchine da scrivere, dalla sua nascita alla sua demolizione. Ma ciò che attira l’attenzione di Meryle Secrest è il sospetto che le morti di alcune delle figure principali della Olivetti non siano state tristi causalità. Studiando approfonditamente le situazioni economiche e politiche del secondo dopoguerra vengono a galla fatti che fanno supporre che il ramo elettronico all’avanguardia della Olivetti (e di conseguenza l’intera azienda) sia stato oggetto di “forti pressioni” da parte degli Stati Uniti d’America.

Il mio giudizio: ho letto con grande interesse il libro di Meryle Secrest e sono rimasto stupito (e anche amareggiato) dall’enorme quantità di personaggi e situazioni che entrarono in gioco per sabotare e fermare una delle eccellenze italiane, all’epoca, nel mondo. Il modus operandi della famiglia Olivetti fu visto come minaccia per gli Stati Uniti d’America e lo sviluppo del mondo occidentale. L’italia del secondo dopoguerra si trovava esattamente sulla linea di divisione tra l’occidentale capitalista e l’orientale comunista in piena guerra fredda. Era inaccettabile che un’azienda italiana avesse creato il primo PC desktop e cercasse di trovare consensi anche nel blocco orientale. Alcune parti del libro, in particolar modo all’inizio, potrebbero risultare un po’ noiose in quanto Meryle Secrest descrive a grandi linee la situazione economica e politica italiana a partire dalla prima guerra mondiale concentrandosi sui luoghi in cui visse la famiglia Olivetti, ovvero il Piemonte e la città di Ivrea. Si tratta però di una scelta obbligata per essere compresi anche da un pubblico straniero che potrebbe ignorare questi importanti dettagli che noi italiani dovremmo già conoscere. Comunque un ripasso di storia non fa mai male!

Le citazioni: “Non ci avevano educati a quel modo. Inoltre si erano sviluppate forze che lavoravano assieme, mentre noi eravamo in competizione con la FIAT; non per il tipo di produzione, ma per il modo in cui operavamo: a causa della nostra filosofia aziendale. Se andate alla FIAT vedrete che la fabbrica è circondata da mura. Noi non avevamo mura.”

Le vite dei tre uomini – Adriano, Camillo e Roberto – sono sospese, perché sospesa è la loro storia. Perché il loro lavoro fu deliberatamente ostacolato, interrotto, abbandonato, confuso o rubato, stretto da tralci nascosti che verificarono ciò che era stato avviato con tanta cura, energia e buona volontà. […] Anche l’Olivetti è finita nel dimenticatoio.

La città Olivetti incarnava “un’eredità per tutta l’umanità” Aveva avuto successo perché aveva dato vita a una relazione positiva e persino ideale tra l’uomo e il suo lavoro. […] “La fabbrica non solo come produttrice di beni, ma come produttrice di bene“.

Per info: Il caso Olivetti. La IBM, la CIA, la Guerra fredda e la misteriosa fine del primo personal computer della storia – Meryle Secrest – Libro – Mondadori Store

Glebalizzazione. La lotta di classe al tempo del populismo - Diego Fusaro - copertina

Il libro: passeggiando in una libreria del centro sono stato attirato dal titolo Glebalizzazione, sì proprio con la “e”, di Diego Fusaro. Nonostante una veloce visione che mi ha fatto intuire la difficoltà di lettura a causa della mia ignoranza filosofica, ho deciso di acquistare il libro perché l’argomento mi interessa assai. Ebbene, questo volume spiega come mai, senza quasi accorgercene, siamo diventati più poveri, più “schiavi” di un sistema in cui vale solo il profitto a discapito dei diritti di tutti i lavoratori, delle classi operaie e borghesi, e che va a vantaggio di pochi uomini a capo delle più importanti multinazionali (nuovo “feudalesimo”) che tanto sono osannate come portatrici di lavoro, libertà e uguaglianza grazie al libero mercato e all’apertura delle frontiere. La realtà, come possiamo osservare con i nostri occhi è ben diversa: la politica (in particolar modo i partiti di sinistra) non è più in grado di far fronte a ciò, siamo diventati tutti più ricattabili; è saltato qualche ingranaggio. La situazione non riguarda solo l’Italia e la Comunità Europea, ma tutto il pianeta, compreso anche il “terzo” mondo con l’immigrazione incontrollata. Il sistema capitalistico occidentale di stampo statunitense che ci è stato imposto è ora sbagliato. La risposta a ciò è la nascita di movimenti populisti (che vengono considerati come portatori di nuovi fascismi – ma è proprio così?) e anche di integralismi pericolosi come l’ISIS e di partiti xenofobi. Insomma, una nuova “lotta di classe” si sta creando a livello nazionale ed internazionale. Piano piano la rabbia e il malcontento comune stanno crescendo. Come e quando è stato possibile tutto questo? E’ possibile riemergere da questa situazione? Sarà possibile una “rivoluzione” pacifica? Diego Fusaro cerca di darci delle risposte analizzando le tesi di uomini politici e filosofi del passato recente e di epoche più antiche, dimostrando la vastità, la profondità e la complessità dell’argomento che non sono riuscito a riassumere in queste poche righe (Unione Europea, Stati Uniti, terrorismo, NO TAV, Gilet gialli, moneta unica, individualismo, religione, sesso, famiglia, società moderna, lavoro, politica, populismi, xenofobia, immigrazione, sfruttamenti, diritti dei lavoratori…).

La citazione: Tra le tantissime citazioni che avrei voluto riportare, ho scelto questa:

Tra le molteplici definizioni della mondializzazione con approcci multidisciplinari, vale la pena richiamare quella tratteggiata da Habermas: Noi chiamiamo “globalizzazione” i processi guidati della diffusione su scala mondiale del commercio e della produzione, dei mercati dei beni e della finanza, di mode, di media e programmi di notizie e reti di comunicazione, di flussi di traffico e movimenti migratori, dei rischi della grande tecnologia, dei danni ambientali e di epidemie, della delinquenza organizzata e del terrorismo.

Il mio personale giudizio: dopo l’iniziale difficoltà di lettura e la voglia di chiudere il libro, ripeto, a causa della mia ignoranza filosofica, ho scelto di andare avanti. L’argomento trattato è interessante ed importantissimo perché ci riguarda da vicino. A me ha aperto la mente e gli orizzonti. Consiglierei la lettura a tutti, anche nelle scuole, magari con l’aiuto degli insegnanti. Se devo proprio dirla tutta, il modo di scrivere di Diego Fusaro è troppo aulico e spesso difficile, anche con termini tedeschi o in greco antico, a volte senza traduzioni. Un libro di questa importanza dovrebbe essere scritto in maniera più semplice proprio per far arrivare il messaggio a tutti e non farlo rimanere nella stretta cerchia degli intellettuali.

Per info: https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/glebalizzazione/

Altri libri consigliati nel 2020: Corrado Augias Questa nostra Italia

Il libro: a differenza di molti italiani a me piace leggere, pochi libri all’anno, ma li leggo con calma e li assaporo giorno per giorno. E’ da un po’ di tempo che prediligo i saggi ai romanzi, forse per colmare quel vuoto culturale che sento costantemente dentro me. La curiosità e l’interesse per qualcosa sono il motore di tutto. Alcuni mesi fa passeggiando in una delle poche librerie ancora aperte mi è capitato sotto gli occhi il libro di Corrado Augias Questa nostra Italia. Corrado Augias visto in televisione lo considero un po’ come Piero Angela: con una divulgazione semplice, chiara e alla portata di tutti non ti stufi mai di ascoltarli. Ritornando al libro, la lettura della quarta di copertina mi ha convinto all’acquisto: Perché possiamo dirci italiani? A dispetto delle tante divisioni, storiche e attuali, c’è qualcosa che ci accomuna. Una serie di tratti che ci rendono immediatamente riconoscibili in qualsiasi luogo del mondo; nel male ma anche nel bene. Scrivendo anche di episodi personali, Augias attraversa l’Italia partendo da Torino per raggiungere Palermo descrivendo luoghi, persone, opere d’arte, fatti storici con la costante ricerca della nostra italianità e delle cose che ci accomunano nonostante le tante differenze. Questa nostra Italia è un bel libro che con la sua semplicità di lettura consiglio vivamente a tutti perché ci permette di ripercorrere e riscoprire memorie dimenticate che consideriamo ovvie, scontate o superate. Una bella rispolverata della nostra Storia ci vuole proprio, soprattutto in questo attuale periodo storico: come scrivevo poc’anzi, basta avere un po’ di curiosità e un minimo d’interesse e forse possiamo ancora salvarci.

La citazione: Nella penisola la nazione, non lo Stato, ripeto, la nazione, s’è formata in primo luogo sulla lingua […] non è facile definire una precisa identità italiana, anche se certamente esiste. C’è una fisionomia profonda che prescinde dall’unità politica arrivata tardi e probabilmente male […]. Bisogna andare a cercarla, l’identità italiana, nelle città e nei borghi, nelle campagne e nei castelli, nelle pieghe del tempo e nell’ombra di certi passaggi dimenticati. Se si scruta con attenzione, talvolta si riesce a vederla balenare. (pag.13)

Ogni città italiana, comprese le minime, è uno spazio in cui si è trasfuso e condensato il tempo, bisogna leggerle lungo la loro doppia dimensione, lo spazio e il tempo. […] il suolo della penisola è quasi per intero una costruzione umana, cioè culturale. […] E’ quasi incredibile la capacità di previsione di coloro che scrissero – in quel povero paese che era l’Italia tra il 1946 e il 1947! – la Costituzione. Nell’articolo 9 si legge che la Repubblica insieme al patrimonio storico e artistico tutela «il paesaggio». Il paesaggio come patrimonio artistico della Nazione è un’intuizione strepitosa. Vuol dire che, per quanto in un paese uscito martoriato dalla guerra, i padri costituenti ebbero la capacità di prevedere quali guasti il territorio della Repubblica avrebbe potuto rischiare e lo tutelarono equiparandolo al patrimonio artistico. Per questa armonia, per l’incanto offerto allo sguardo consapevole, l’Italia dovrebbe essere amata di più dagli italiani, rispettata limitando le ferite, evitando le offese, tenendole quanto meno a bada. Invece, divisi anche per questo, alcuni alla difesa hanno pensato, altri no, lasciando mano libera agli scempi – un suicidio. (pagg.315, 316)

Per info: https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-italiana/narrativa-italiana-contemporanea/questa-nostra-italia-corrado-augias-9788806232795/


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