Il Blog di Luca C.

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Lo so, quest’ultimo lavoro di Kylie Minogue è uscito l’anno scorso a inizio novembre. Tra vari impegni lavorativi, il poco tempo dedicato a consultare Internet e l’impossibilità di uscire ed andare a curiosare nei negozi di dischi a causa del Covid-19, ho rischiato di farmi sfuggire questa novità discografica. Nonostante io ascolti molti programmi radiofonici mi sembra di non aver sentito alcun passaggio di una sua nuova canzone sennonché, a fine gennaio su Radio M2O durante Albertino Everyday, è stato trasmesso finalmente un suo brano remixato. Si trattava di Real Groove quello che più mi piace. Anche se ve ne parlo solo adesso, sono venuto a conoscenza di Disco (questo è il titolo del nuovo CD di Kylie Minogue) a inizio gennaio. Almeno per me è stato un colpo di fulmine. Mi stavo chiedendo quando sarebbe uscito un altro bel disco dopo mesi e mesi di rinvii con il mercato discografico fermo a causa della pandemia e di produzioni brutte e assai noiose (per i miei gusti, sia ben inteso). Le sonorità di Disco richiamano alla disco music degli anni ’70 e anche se, come immagino, ci saranno critici che lo valuteranno come “musicalmente niente di nuovo” e cultori della Musica con la M maiuscola che storceranno il naso, la nuova opera trasmette un senso di gioia, di giocosità e di positività. Non è tutto quello che ci serve ora per sdrammatizzare e superare questo periodo estremamente difficile? Sui testi posso dire poco e nulla perché non ho una buona conoscenza della lingua inglese, ma da quello che mi dice mia moglie sembrano trasmettere buon umore, in particolar modo Celebrate You, ma anche Where does the DJ go? e molti altri. Ascoltando alcuni brani di Disco sembra di avere un dejà vu come succede con Last Chance, ma ad un certo punto… chi se ne frega! Le discoteche e le sale da ballo sono ancora chiuse, tanto vale mettere su Disco (anche in edizione deluxe, in mp3, in cd, in vinile -anche picture disc colorati- oppure in cassetta), accendere un semaforo psichedelico (se l’avete), alzare il volume mettervi a ballare a casa! Nota bene: il picture disc azzurro è acquistabile solo dall’onnipotente e onnipresente… Ci siamo capiti.

Everything I like about myself is better with you
Scream it to the world like what the hell, I celebrate you
‘Cause everything I like about myself is better with you
Scream it to the world like what the hеll, I celebrate you

Per info: Kylie | DISCO | Out Now

front

Per anni non ho ascoltato i dischi di Brunori Sas pur considerandolo un ottimo cantautore, ma il suo ultimo singolo Per due che come noi trasmesso dalle radio ha catturato la mia attenzione. Se il brano di lancio del nuovo disco è così bello, figuriamoci anche le altre canzoni. Appena è uscito Cip! l’ho ascoltato e, anche se non alla primissima audizione, mi è piaciuto molto, mi ha trasmesso qualcosa che “l’ha fatto mio” sin dalla prima traccia Il mondo si divide sulla nostra abitudine a vedere bianco o nero, a selezionare, catalogare, alzare muri, ma dividere le cose è un gioco della mente: il mondo si divide inutilmente. Si passa alla seconda traccia Capita così con il passaggio commovente capita così anche quando tuo padre scompare senza neanche avvisare e senza fare rumore, senza darti un minuto per potergli dire che gli hai voluto bene e che ti manca da morire anche se ormai sei grande e se sembri un gigante, ma ti senti piccolo, minuscolo, ti senti ridicolo… […] e che il bello della vita è riuscire a rientrare in partita quando sembra finita. Me lo hai insegnato tu che la felicità non è una colpa e che puoi tornare a ridere ancora. Il CD gira senza interruzioni giungendo ad Anche senza di noi con parole che ci fanno riflettere (Se ci siamo chiusi in un metro quadrato, se ci siamo persi nel supermercato, se adesso parliamo col televisore, se prendiamo gocce in mancanza d’amore e tutto sembra essere bellissimo e sembra non dover finire mai e invece il mondo girerà anche senza di noi). Bello appare il mondo ci fa capire com’è bello dovrebbe apparire il mondo anche a te che invece sei sempre nervoso, chissà poi perché? Non puoi fare l’amore se non smetti di urlare, se non smetti di farti ogni volta del male per le cose che non puoi cambiare, ma lasciale stare! Bello appare il mondo in cima ad una montagna… e così via sino a Benedetto sei tu sulle differenze che ci dividono e che ci fanno venir voglia di scappare: prendimi la mano e andiamo verso un mondo più lontano dove troveremo l’uomo, dove troveremo il modo per risvegliarci e ritornare umani. Finalmente arriva anche Per due come noi  splendida canzone d’amore che ci insegna che ci vuole passione dopo vent’anni a dirsi ancora di sì e stai tranquilla sono sempre qui  a stringerti la mano. Ti amo. Si termina con Quelli che arriveranno con la speranza che chi arriverà dopo di noi sarà migliore: Achille certe notti dentro al letto pensa al mondo come sarà. A poterlo sapere! A poterlo vedere! Quelli che arriveranno chissà come saranno e se avranno le stesse mie mani, se saranno più alieni o più umani e se avranno le solite gambe, le solite braccia, le solite facce, ma chiuso nel petto, magari, un cuore più grande così come è grande questo disco dal titolo piccolo e tenero come il cinguettio di un delicato pettirosso. Sul serio Cip! è un gran bel disco dal titolo curioso che mi fa venire in mente una battuta del tramviere interpretato da Adriano Celentano durante un pranzo tra aristocratici nel film Innamorato pazzo: cosa fa un passero di quattrocento chili su un albero? Beh, ovviamente un grande

CIP!

Per info: https://www.brunorisas.it

Dopo tre anni dalla messa in onda siamo riusciti, tra le varie serie TV caricate sul nostro hard-disc multimediale in attesa di essere guardate, a dedicarci a Vinyl. Suddetta opera televisiva è stata prodotta da Mick Jagger dei Rolling Stones e Martin Scorsese (e ovviamente altri che non conosco) per l’emittente televisiva HBO. La serie TV è divisa in 10 puntate (la puntata pilota dura due ore, mentre le altre un’ora) e racconta la storia di Richie Finestra fondatore e proprietario dell’etichetta discografica American Century. Le vicende si svolgono nella New York degli anni ’70 del secolo scorso. Finestra sta per vendere la sua casa discografica in fallimento alla tedesca Polygram, ma assistendo ad un concerto proto-punk (il leader della band The Nasty Bits è interpretato dal figlio di Jagger) decide di portare rinnovamento alla sua creatura cercando di scoprire nuovi talenti,  suoni e stili musicali (tra cui un accenno sulla disco music e sull’emergente mondo dei DJ). L’idea, anche se rischiosa, è buona e coinvolgerà i suoi soci e dipendenti, ma Richie con la cattiva abitudine di sniffare cocaina a volontà non fa altro che peggiorare la situazione. Sotto gli effetti dell’alcol e della droga viene coinvolto in un omicidio, è incapace di gestire somme ingenti di denaro ed infine affida i suoi affari al boss mafioso Galasso. A causa della sua dipendenza e delle sue continue crisi viene anche abbandonato dalla moglie. Nonostante ciò Richie va avanti perché capisce che può ancora salvare la casa discografica, l’amore, la famiglia, i soci e i dipendenti e sé stesso. Per far ciò deciderà di smettere di sniffare cocaina e di patteggiare con l’F.B.I. la sua colpevolezza nell’omicidio aiutando gli investigatori ad incastrare Galasso. Insomma, una bella situazione di merda!

Non sapremo mai come andrà a finire la vicenda perché a causa dei bassi ascolti la produzione ha deciso di sospendere le riprese e cancellare la serie TV (vi prego, andate avanti con la stagione 2!). Probabilmente le atmosfere cupe, le situazioni a volte molto morbose e violente e, soprattutto, la confusione temporale della puntata pilota avranno allontanato il pubblico. Verosimilmente Richie Finestra non è il classico protagonista eroe in cui le persone di oggi vogliono identificarsi per cui penso che sia anche questo uno dei motivi del flop, ma ritengo che Vinyl sia comunque una bella serie televisiva dedicata ai nostalgici degli anni’70, a chi ama la buona musica rock, funk, blues (e anche un po’ disco), a chi ama e usa ancora i riproduttori analogici e gli impianti hi-fi (ehm… senza vergogna anche io), a chi preferisce persone che sappiano suonare ancora uno strumento al posto di un computer, a chi vuole capire come funzionano (funzionavano) le case discografiche, a chi vuole conoscere come viveva una parte della società americana degli anni ’70 ovvero sex, drug and rock’n’roll.

Consiglio di vedere la serie TV in lingua originale sottotitolata in italiano. Infine, oserei dire che in Vinyl ci sono ottimi attori (soprattutto quelli che impersonano cantanti e band realmente esistiti e ha un’ottima colonna sonora, con ottimi brani degli anni ’70, ma  tra i quali spicca anche il più recente e danzereccio Kill the lights di Alex Newell con Nile Rodgers. La colonna sonora è contenuta in ben due cd: Vinyl – Musics fron the HBO Original Serie Vol.1Vinyl (the Essential) – Best of Season 1.

 

Ce l’abbiamo fatta anche stavolta nonostante gli orari straordinari di lavoro prenatalizi: siamo riusciti ad assistere al concerto che tanto ci interessava, in programma il 22 dicembre presso la Maison Musique di Rivoli per la stagione concertistica 2018/2019 Rivolimusica: trattasi degli Gnu Quartet. Il quartetto, composto da Raffaele Rebaudengo alla viola, Francesca Rapetti al flauto traverso, Roberto Izzo al violino e Stefano Cabrera al violoncello, ha proposto principalmente cover dance degli anni ’80 in versione classica, con le quali ha raggiunto una notevole visibilità a livello nazionale, passando da Lucio Battisti a Luigi Tenco senza trascurare Paganini e proponendo come bis il brano inedito Idea 18. Un’ora e mezza di musica che purtroppo è trascorsa troppo velocemente: quando ci si diverte è sempre così. Si divertivano e facevano divertire i bravi Gnu Quartet e, come diceva Raffaele Rebaudengo, mancava solo la batteria, una “cassa in quattro” e si poteva ballare tranquillamente la musica classica come in discoteca. Abbiamo assistito ad una mescolanza di generi musicali pazzesca. Per questo è stato scelto il nome Gnu: secondo una leggenda africana lo gnu è un incrocio tra diverse specie animali così come i brani proposti dal quartetto sono incroci di vari generi musicali. Alla fine del concerto è stato possibile acquistare i cd e la rara chiavetta USB dalle dimensioni di una carta di credito con sopra disegnata una musicassetta e contenente ’80 Voglia di Gnu. La caratteristica della chiavetta è che è tutt’ora in fase di riempimento: lasciando un’e-mail il quartetto provvederà ad inviare nuovi brani fino a raggiungere 52 hit anni ’80. Il cd di brani inediti si intitola Untitled ovvero una raccolta di idee musicali alle quali non è stato dato nessun titolo a parte Idea seguito dal numero: In Idea 8 si nota la partecipazione di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro al pianoforte.

Per info:

https://www.gnuquartet.com

http://www.istitutomusicalerivoli.it/rivolimusica

Scansione_NEW

La chiavetta USB ’80 Voglia di Gnu

sangresal_OK_COVER ALBUM

Tra le numerosissime uscite di cd, dvd, blu-ray, mp3 da scaricare dai vari negozi digitali è diventato difficile districarsi (almeno per me) per cercare qualcosa di buono che non sia la solita canzone super-hit che passano alla radio o uscita da chissà quale talent-show. Smistando qua e là, però, si può incappare in qualche tesoro. Questa volta si tratta dei Radiodervish, un gruppo che già conoscevo, ma di cui non mi ero più informato sui loro ultimi lavori. Il Sangre e il Sal è un bellissimo disco in cui si raccontano le storie odierne dei popoli che vivono intorno al Mar Mediterraneo. Un Mediterraneo fatto da persone, non da nazioni, al fine di raccogliere il senso umano della bellezza e della civiltà quotidiana composta da gesti semplici come quello del contadino che con amore consapevole e sforzo coltiva la sua vigna o il suo oliveto o come quello del sindaco coraggioso che antepone i valori della bellezza e della giustizia alla sua stessa vita. Gesti naturali ma allo stesso tempo epici, che implicano fatica […]. Il mare, gli echi della guerra, i check point, il vento, le onde e i suoni della natura fanno da sfondo a queste vicende umane cariche di antichi valori universali, un panorama che a tratti diventa paesaggio sonoro e che si intreccia con la musica. (tratto da http://www.radiodervish.com/album/radiodervish-2017) Molti brani sono cantati principalmente in italiano, altri in francese, greco e arabo e hanno fatto da colonna sonora allo spettacolo teatrale di Pino Petruzzelli, immagino, dal titolo omonimo e che non ho avuto la fortuna di assistere. Chissà, magari più in là… Vi terrò informati. Intanto vi invito ad ascoltate Il Sangre e il Sal.

Per info: http://www.radiodervish.com/

 


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