Il Blog di Luca C.

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Ed eccoci a raccontare la nostra seconda ed ultima settimana di vacanza. Questa volta siamo andati a visitare Bologna in cinque giorni nella prima settimana di settembre. Con l’alta velocità si raggiunge Bologna da Torino in due ore. Direi che l’opzione treno è obbligatoria a meno che abbiate intenzione di spostarvi anche fuori città. Ricordatevi che molti posteggi sono a pagamento e che nel centro storico vige la ZTL. La città si gira tranquillamente a piedi e con i mezzi pubblici. Abbiamo cercato un B&B in quanto gli hotel sono molto onerosi. La nostra prerogativa era sì visitare la città, ma anche riposarci: al mattino ci dedicavamo alle visite, dopo pranzo (sempre che ci riuscissimo) ritornavamo in stanza e uscivamo a metà pomeriggio più che altro per passeggiare e andar per negozi.

Arrivo alla Stazione di Bologna (lunedì)

Siamo arrivati a Bologna con il treno Italo nel primo pomeriggio. La visita della città inizia proprio alla stazione in cui è inevitabile imbattersi nella sala d’attesa che fu teatro di una delle più terribili stragi di stampo neofascista il 2 agosto 1980. Lo squarcio nel muro che dà sul binario 1, la lapide con l’elenco delle persone morte, il “buco” creato dalla valigia esplosiva e l’orologio fermo alle ore 10.25 sono là a ricordarcelo. Ogni anno si commemora la ricorrenza della strage con un corteo che parte da Piazza delle Medaglie e arriva a Piazza del Nettuno dove su una lapide vengono ricordati i morti del treno Italicus, della bomba alla stazione di Bologna e del treno Rapido 904. Solo dopo qualche giorno ci siamo accorti che lungo le strade della processione vi sono delle pietre d’inciampo con i nomi delle vittime molte delle quali, purtroppo, mal conservate a causa del passaggio di veicoli e pedoni.

Passeggiare nel quartiere universitario e ghetto ebraico (lunedì pomeriggio)

Abbiamo pranzato con il primo panino alla mortadella seduti all’ombra degli alberi del Parco della Montagnola. Da notare il maestoso ingresso con fontana e poco prima i ruderi dell’antica fortezza con parte delle mura della città e la Porta Galliera. In questa zona prestate un po’ attenzione in quanto ci sono soggetti poco raccomandabili anche di giorno. Dopo pranzo ci siamo avviati verso il B&B e nel pomeriggio abbiamo girovagato nel quartiere universitario e nel ghetto ebraico. Va ricordato che a Bologna c’è la più antica (e, oggi, direi grande) università d’Europa. Un intero quartiere dove ogni antico portone di storici palazzi è l’ingresso di una facoltà. Il quartiere ovviamente è molto vivo e frequentato da giovani studenti: qua non mancano librerie, bar e luoghi di ritrovo e per mangiare. Poco più avanti si entra nel dedalo di vicoli del quartiere ebraico in cui si continua a passeggiare con lo sguardo in su ammirando antichi palazzi, alcuni medievali sotto i portici ricavati da travi di legno. L’unico ingresso al ghetto ebraico ancora visibile è quello di Palazzo Manzoli Malvasia. Osservate il mascherone sopra l’arco dal quale veniva versato il vino al popolo durante eventi speciali.

Piazza Maggiore e il quadrilatero, il cuore di Bologna (martedì)

Ovviamente il cuore di Bologna è Piazza Maggiore in cui si concentrano i turisti, le storiche attrazioni di Bologna e i ristoranti. In realtà ci sono due piazze, una è Piazza Nettuno dove, appunto, c’è la famosa statua del dio del mare con il tridente diventato simbolo della casa automobilistica Maserati. Al centro delle due piazze vi sono Palazzo Podestà e Palazzo Re Enzo. Sotto di essi potete dare un’occhiata al punto vendita della Cineteca di Bologna (che propone anche mostre fotografiche su Bologna) e all’Ufficio turistico e soprattutto divertirvi agli angoli sotto il “voltone” dove le persone possono udirsi stando lontano e diametralmente opposte parlando a bassa voce. Assolutamente da non perdere la vista alla Basilica di San Petronio (patrono della città). Fu costruita grazie alla partecipazione economica dei cittadini, ma non fu mai terminata per mancanza di fondi e anche su ordine del papa Pio IX. All’interno notare la Cappella dei Re Magi (l’unica con le decorazioni originali), l’organo tra i più antichi e la fantastica meridiana di Cassini, la più lunga al mondo ancor funzionante (quando c’è il sole). Sopra la porta centrale c’è ancora lo sgabello in cui l’astronomo si sedeva per i suoi studi. Se per problemi di vertigini non pensate di salire sulla Torre degli Asinelli potete ammirare Bologna dall’alto salendo sulla Torre dell’orologio (biglietti acquistabili presso l’ufficio turistico). Il personale di sorveglianza vi farà notare che l’ultima scala di legno prima di uscire sulla torre è originale. Tra le curiosità che potete osservare in Piazza Nettuno è la lanterna all’angolo con via Rizzoli: essa lampeggia quando nasce un bambino. Passeggiando è inevitabile non entrare nei vicoli del quadrilatero per ammirare i colori del mercato ortofrutticolo e respirare i profumi di salumi e formaggi. Se non rimarrete catturati da qualche trattoria o salumeria potete ammirare le statue in terracotta del Compianto Cristo morto. Rimarrete stupefatti dalle realistiche statue che sprigionano tutto il loro dolore davanti al corpo esanime di Gesù. Se pensate che un tempo erano anche colorate immaginate il realismo dell’opera!

Camminata alla Basilica di San Luca e passeggiata nel Pratello (mercoledì)

Con tutta calma a metà mattinata abbiamo acquistato i biglietti del bus 20 che ci ha portato dalla fermata Irnerio a Bivio San Luca. I trasporti municipali sono gestiti da TPER, i biglietti singoli costano €1,50 mentre quelli giornalieri €6,00. In poco meno di 20 minuti abbiamo iniziato a percorrere la salita per la basilica sotto i portici. Si tratta del portico più lungo al mondo con i suoi quasi 4 chilometri di lunghezza, 666 archi (dall’Arco del Meloncello) e circa 200 metri di dislivello dalla città. In pratica il percorso sotto i portici rappresenta il serpente demoniaco con la testa schiacciata dalla basilica. Durante la passeggiata si può osservare il famoso stadio Renato Dall’Ara e la periferia ovest di Bologna. Arrivati in cima ecco che appare la splendida basilica che ricorda molto la nostra basilica di Superga. Si può anche salire sulla terrazza panoramica: a mio avviso per fare delle belle fotografie conviene andarci di pomeriggio per evitare il controluce. Pezzo importante sia da un punto di vista artistico e religioso all’interno della chiesa è la Beata Vergine con Bambino. Al ritorno abbiamo di nuovo intrapreso il percorso a piedi, ma questa volta fino all’inizio ovvero alla Porta di Saragozza (terza cinta muraria della città) fermandoci prima in una trattoria e poi proseguendo la nostra visita nel quartiere del Pratello in cui la guida segnalava come punto di interesse e di riposo con panchine e aiuole la Basilica di San Francesco. Peccato che sia un po’ tutto trascurato. Ne abbiamo approfittato quindi per gustarci un buon gelato presso la vicina Cremeria San Francesco e andar per negozi per poi passare da Piazza Melpighi, risalire in via Porta Nuova (seconda cinta muraria della città) e scoprire che eravamo appena dietro Piazza Maggiore: alla fin fine Bologna la si può girare tutta a piedi se non fa troppo caldo.

Le due Torri, il Museo della Musica e la sorpresa di Piazza Santo Stefano (giovedì mattina)

Dal nostro B&B si raggiunge a piedi in poco tempo il ghetto ebraico che sbuca proprio sotto le due famosi torri simbolo di Bologna: Torre Garisenda (chiusa al pubblico) e Torre degli Asinelli (la più alta torre medievale al mondo con circa 100 metri di altezza). La seconda torre è visitabile e si può salire in cima lungo una ripida scala di legno. AVVERTENZA: se soffrite di vertigini non entrate in quanto la torre è suddivisa in tre piani (quindi uno ogni 30 metri circa), la scala è stretta ed è posta lungo il perimetro della torre con il vuoto al centro della struttura. Noi per evitare di star male e rovinarci le vacanze ci siamo accontentati di vederla dalla strada e a malincuore abbiamo proseguito in Strada Maggiore per visitare il Museo della Musica dove sono conservati preziosi strumenti, spartiti originali e documenti di importanti compositori del passato. A mio parere conviene acquistare anche l’audioguida a meno che si abbia una cultura musicale abbastanza ampia. La nostra passeggiata è continuata sotto i portici di Bologna ammirando palazzi antichi e abbiamo raggiunto uno dei luoghi più affascinanti (almeno per noi) della città: Piazza Santo Stefano. Qui sembra che il tempo si sia fermato al Medioevo! Ma quello che più abbiamo apprezzato è stata la quiete che vi si respira in piazza: è un ottimo rimedio per uscire un poco dal frastuono e dalla folla di turisti. Ovviamente il nome del luogo deriva dalla presenza della Chiesa di Santo Stefano che in realtà è un complesso di chiese una attaccata all’altra (in principio erano sette!). Merita una visita giusto per scoprire alcune curiosità indicate sulla nostra guida e per assaporare un po’ di tranquillità.

La Bolognina e il primo tentativo di visita al Museo per la memoria di Ustica (giovedì pomeriggio)

Nel pomeriggio abbiamo riutilizzato il bus 27 (o 37) dalla fermata Irnerio per raggiungere il Museo per la memoria di Ustica. Si scende alla fermata Piazza dell’Unità e si prosegue a piedi per poche centinaia di metri. Eravamo un po’ indecisi se visitare questo museo perché abbiamo pensato che fosse morboso andare a vedere un aereo civile ricostruito distrutto da un missile nel lontano 27 giugno 1980. Per Bologna il 1980 non è stato un buon anno: infatti l’aereo abbattuto sopra il mare di Ustica era partito dal capoluogo dell’Emilia-Romagna. Tante sono le ipotesi di questo ennesimo attentato, ma non si è ancora giunti alla verità. Su volere dei famigliari delle 81 vittime l’aereo è stato riportato a Bologna e oggi è costudito nella rimessa costruita al posto delle officine dell’ex-deposito tramviario. Un vecchio binario del tram all’ingresso del deposito vi guida verso l’hangar. Tutto attorno ora c’è una tranquilla area verde con parco giochi. Purtroppo in estate il museo è aperto solo nella fine settimana da venerdì a domenica dalle ore 17. Noi siamo andati di giovedì pomeriggio, quindi ci siamo concessi un po’ di shopping per ritornare il giorno dopo. Tornando indietro a piedi siamo passati davanti al Memoriale della Shoah appena dietro la stazione. Si tratta di un opera moderna ed essenziale, ma per come è stata studiata e sistemata è diventato un mini skate-park con all’interno un orinatoio.

Shopping + visite alla Casa di Lucio Dalla e al Museo per la memoria di Ustica (venerdì)

Quarto ed ultimo giorno a Bologna. Come capita quasi sempre dedichiamo l’ultimo giorno interamente agli acquisti per regalarci qualche ricordo della città. Le vie principali dello shopping a Bologna sono via Dell’Indipendenza con i soliti stranoti marchi e via San Felice con negozi eleganti e non. Mentre passeggiate in via Dell’Indipendenza fate una visita alla Cattedrale di San Pietro che è il duomo di Bologna. Purtroppo, non essendo sabato o domenica, non abbiamo potuto salire sul campanile che è la seconda torre più alta della città e che contiene la campana più grande al mondo azionata a mano. Ritornando allo shopping, Bologna è ricca, oltre che di salumerie, gastronomie e trattorie, di librerie indipendenti, ma riescono a sopravvivere anche alcuni negozi di dischi molto forniti. Negozi curiosi e interessanti li si scopre passeggiando e allontanandosi dalle solite vie dello struscio. Girando in via Ugo Bassi si raggiunge il caratteristico Mercato delle Erbe dove si può anche mangiare. Proseguendo oltre si arriva in via San Felice. Rigorosamente tutto sotto i portici! Dopo pranzo, nel primo pomeriggio ci siamo recati dietro la cattedrale di San Petronio per visitare la Casa di Lucio Dalla. Conviene prenotare con largo anticipo la visita. Si tratta della quarta e ultima casa dell’artista. Ubicata al primo piano di uno stabile quattrocentesco, all’interno si possono ammirare, oltre ai suoi strumenti musicali, alcuni quadri che acquistò o gli vennero regalati. Lucio Dalla amava molto l’arte e possedeva numerosi libri. Ci sono opere abbastanza curiose e strampalate! Interessante la “sala dello scemo” in cui Lucio Dalla aveva allestito un mini cinema con mega schermo e un impianto hi-fi di alto livello. Foto, premi, oggetti, e quadri raccontano un po’ tutto di Lucio e un po’ ce lo fanno amare ancora di più. Sicuramente ero un personaggio sopra le righe, ma ancora umile. All’uscita si possono apprezzare i numerosi dischi d’oro e di platino. Usciti dal grande appartamento abbiamo fatto un salto presso l’Archiginnasio, prima sede universitaria,per visitare il Teatro Anatomico in cui si assisteva alle autopsie (di originale sono rimasti solo le sculture lignee) e la sala Stabat Mater in cui fu suonata per la prima volta l’opera omonima di Rossini. Ma è arrivato il momento di ritornare all’ultima e commovente visita presso il Museo della memoria di Ustica. L’impatto visivo è notevole con il velivolo che appare subito dietro la porta. Regna un silenzio irreale interrotto da voci bisbigliate: le voci delle 81 vittime presenti nel DC-9 provengono da altrettanti specchi neri. La sala è illuminata ad intermittenza da 81 lampadine che non si spengono mai del tutto: i cuori delle vittime. In alcuni cassoni neri posizionati attorno all’aereo sono conservati i loro oggetti personali, ma proprio per evitare l’effetto morbosità, su suggerimento dell’artista francese Christian Boltanski, sono stati chiusi. In un video viene raccontata (con “la voce” dell’aereo interpretata da Roberto Pedicini) la storia di quell’ultimo viaggio e il ritorno a Bologna. Amareggiati e tristi siamo rientrati nel B&B per chiudere le nostre valige. Bologna ci ha raccontato un sacco di storie del passato più antico e di quello più recente.

Dove alloggiare

Il B&B “Alle Mura” è all’inizio della zona universitaria ed è comodissimo per raggiungere il centro e la stazione ferroviaria. All’interno di un condominio al terzo piano in una zona tranquilla, è un appartamento in cui sono state ricavate tre piccole stanze con bagno privato (fuori dalla stanza) con arredamento essenziale ma curato, ventole a soffitto con regolazione di velocità, colazione preparata anche in base alle esigenze dei clienti. Personale gentile, riservato e corretto nella riscossione del pagamento. A differenza di molti altri questo B&B è abbastanza economico.

Dove mangiare

A Bologna la scelta di locali per mangiare non manca. Ovviamente le trattorie con cucina tipica e le gastronomie sono quelle più gettonate. Mangiare a Bologna è abbastanza oneroso ed è difficile spendere meno di 25 euro a testa a meno che andiate in qualche bar e mangiate panini e insalate. Le pietanze sono molto caloriche e grasse: lasagne, tortellini, salumi, formaggi, ragù, zuppa inglese… Insomma è la festa del colesterolo! Noi abbiamo mangiato piatti tipici presso La Sberla, Buca Manzoni, Trattoria Casa Mia, Sorbole Che Osteria, La Montanara, Salumeria Simoni e Mortadella Shop (quest’ultima propone ottimi panini con la mortadella nonché idee regalo mangerecce). Se siete stufi di ragù e lasagne altre ottime scelte sono il ristorante Yuzuya gestito da due signore giapponesi che propongono i veri piatti giapponesi oppure Ciao Kebab locale rinomato con ottimi piatti mediorientali. Per una pausa caffé, sempre che vi piaccia, c’è il Naama Café con caffé arabi aromatizzati con spezie e dolci mediorientali.

Shopping e souvenir

Per tutte le informazioni turistiche consultate il sito Welcome Bologna o recatevi presso l’ufficio in Piazza Maggiore per comprare abbonamenti o oggettistica. Solitamente ci portiamo a casa dei ricordi mangerecci, il più delle volte dischi di autori locali o anche libri. Come scritto poc’anzi Bologna è ricca di librerie indipendenti e non e di alcuni pregevoli negozi di dischi come Lupus Records &Hi-Fi, Disco d’Oro, SEMM e Bongiovanni. Questa volta, a parte qualche vinile per me e qualche souvenir mangereccio per i parenti, abbiamo portato a casa due libri che ci ricorderanno la nostra visita a Bologna: Quel che resta della bomba di Yuri Zini e La strage di Bologna di Paolo Morando per non dimenticare.

Conclusioni

Bologna è una città ricca di storia e di cultura. E’ praticamente impossibile visitare tutto e venire a conoscenza di tutto quello che la città ha da raccontare: ogni portone, ogni strada, ogni palazzo nasconde una sua storia. L’unico metodo per visitare Bologna è leggere prima una guida e selezionare quello che più interessa. Il resto viene da sé man mano che si percorrono i numerosi portici. Portici, tra l’altro, deturpati dalla mano di anonimi writers che si nascondono dietro i numerosi studenti (italiani e non) dell’università: muri, portoni e vetrine non hanno più uno spazio pulito. Abbiamo visto sì una Bologna interessante e turistica, ma abbiamo visto anche una città un po’ troppo imbrattata e trascurata e in alcuni casi poco sicura. Ma la colpa non è tanto da reputare alle mancanze dell’amministrazione, quanto all’inciviltà di coloro che non portano rispetto per questa meravigliosa città.

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Oggi vi parlerò di un ristorante giapponese, ma non pensate al solito locale gestito da cinesi o coreani che servono il solito sushi o le fritture miste spappola fegato. In realtà più che di un ristorante si tratta di un “chiosco” alla giapponese: avete presente quello di Marrabbio di Kiss Me Licia? Beh, se amate gli anime e i manga la risposta è affermativa e se siete affascinati o incuriositi dalla cultura giapponse sicuramente CibiChibi fa per voi! Da qui nasce l’idea piccola e geniale di un giovane imprenditore nerd: proporre i piatti che sono presenti in molti cartoni animati giunti in occidente dall’estremo oriente già dal lontano 1978 come Atlas UFO Robot. Che cosa mangia Zaza di Lupin III in maniera così vorace oppure sono veramente polpette quelle che prepara Marrabbio di Kiss Me Licia? Solo Oji San, il cuoco imprenditore nerd (italiano), vi potrà togliere la curiosità. Il menù è vario, ma ci sono dei giorni in cui vengono proposti piatti non in elenco. Le pietanze sono ottime e molto curate negli ingredienti per quanto si possano rispettare in occidente le vere ricette giapponesi. Per chi volesse si possono abbinare i piatti con il sake o la birra artigianale giapponese (provate quella con le patate dolci). Inoltre, durante l’anno si organizzano eventi musicali e/o letterari dedicati alla cultura giapponese, ai manga e agli anime o si possono organizzare feste di compleanno. Per quanto riguarda la musica di sottofondo ovviamente ascolterete le sigle originali giapponesi e italiane degli anime più famosi. Un unico avvertimento però: CibiChibi è un locale piccolo (d’altronde Chibi significa piccolo), intimo e adatto alla socializzazione, si mangia in due turni (di solito dalle 19 alle 21 e dalle 21 alle 23), quindi è opportuno prenotare sempre e avvisare Oji San in anticipo per organizzare eventi festosi. CibiChibi si trova in Borgo San Paolo in via Dante Di Nanni 46b a Torino. Auguro lunga vita a CibiChibi!

Tutte le info su:

https://cibichibi.it

https://www.facebook.com/Mangafood

Nonostante tutto, vorrei continuare a recensire alcuni dei luoghi in cui abbiamo cenato prima del Natale. La settimana è stata ricca di impegni mangerecci e con gli amici siamo andati a mangiare in un ristorante molto carino e diverso dai soliti perché la cucina è abruzzese. Il locale è molto luminoso e accogliente, particolarmente adatto alle compagnie numerose. Si tratta del ristorante Da Giannino in via Botta 10 a Torino. Il menù è ricco e soprattutto rispecchia molto la cultura culinaria della regione, dagli antipasti ai dolci. Il servizio è veloce ed efficiente. Purtuttavia approfittando del ritardo di alcuni (molti) amici hanno iniziato a caricarci di antipasti (salumi, burrate, verdure grigliate,…) e bottiglie d’acqua per calmare un po’ i morsi della fame. Secondo me è stata una scelta sbagliata, nessuno ci ha obbligati a prenderli,  perché sono molto cari. In principio, dato che nella settimana avevamo già cenato fuori casa, avevamo pensato di ordinare una portata sola sia per risparmiare sia per rimanere leggeri. Tutto sommato le portate sono ottime, forse un po’ cariche, soprattutto care, ma rientrano nella norma. Sicuramente quando ci sono le tavolate numerose questo è un espediente per guadagnare qualche soldino in più perché tanto poi si paga alla romana. E’ vero che pagare alla romana si fa prima, però lo considero ingiusto dal momento che se uno ordina solo un piatto e una bottiglia d’acqua deve pagare pure quello che hanno preso gli altri che magari si strafogano. Alla fine la promessa che ci eravamo fatti è saltata quando ho capito l’andazzo e che avremmo pagato alla romana; tanto vale ingurgitare più roba possibile. Io ho ordinato la zuppa di fagioli tanto per vedere se era come quella che ricordavo di avere mangiato da bambino, anni or sono, al Parco Nazionale degli Abruzzi. Ebbene sì, la zuppa era ottima e a giudicare dal sorriso degli amici anche le altre portate. Veniva voglia di assaggiare proprio tutto!  Come ho scritto poco fa, i piatti sono abbondanti quindi non ho ritenuto opportuno assaggiare i secondi o i contorni e siamo passati subito ai dolci. Tra i dolci tradizionali ricordo il parrozzo, una classica torta “fatta in casa” contornata di crema e cioccolato. Alla fine ho perso il conto e abbiamo pagato tutti ben 25 euro. Per quello che ho mangiato io mi sembra un po’ tanto. Io avrei dovuto pagare (esclusi gli antipasti) circa 18 euro. Non è per fare il taccagno e il criticone, però sono sempre sette euro in più. Ovviamente quello che più conta è stato incontrare gli amici con alcuni dei quali non ci si vedeva da tanto, forse troppo, tempo. Di sicuro tornerò in questo ristorante ma solo con mia moglie così non ci facciamo fregare dalle portate di antipasti a raffica che tanto hanno fatto lievitare il prezzo (una burrata ben 10 euro!) e potremmo gustare con calma alcuni dei piatti meravigliosi della tradizione abruzzese. Volete che dia un voto a questo ristorante? 8 e può anche salire a 10 basta che non andiate numerosi cosicché potrete ordinare e gustare quello che volete con calma. Ma le cene non sono finite qui e con l’incontro con gli ex compagni di scuola di Elena, sono ritornato a mangiare in una trattoria di cucina meridionale (calabrese dicono, ma secondo me anche pugliese) nella quale mangia 10 anni or sono in occasione dei 50 anni di mio zio. Si tratta della trattoria “Da Nando” in via Don Bosco 41: un luogo molto, ma molto spartano, ma molto, molto buono. Si possono ordinare anche le pizze, ma i piatti forti sono i primi e i secondi della tradizione dell’Italia del sud: orecchiette con cime di rape, pappardelle al sugo di polpette, salsicce piccanti, pasta alla chitarra fatta in casa con le varietà di sughi “terroni” più buoni e ancora tante prelibatezze. E non costa nemmeno tanto. Le uniche pecche sono il tempo di attesa per chi non mangia la pizza e la poca varietà di dessert. I dolci sono buoni, soprattutto il tiramisù prodotto da loro. Il proprietario, Fernando Nesci, è anch’egli simpatico. Voto? Diamogli 8. Dopo l’ennesima mangiata, nella via del ritorno, siamo incappati in una birreria in cui non siamo entrati, ma prima o poi ci andremo perché si tratta di una birreria con prodotti cechi e dell’est Europa dalle birre ai liquori alle pietanze. Il nome? Klec Blàzna, via Don Bosco 69. Questa volta un po’ di Praga a Torino!

Per info:

https://it-it.facebook.com/dagianninolangolodabruzzoatorino

http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187855-d1369969-Reviews-Trattoria_e_Pizzeria_Nesci_Ferdinando-Turin_Province_of_Turin_Piedmont.html

http://www.klec.it/

GITE IN MONTAGNA E RIFUGI PROVATI PER VOI

E siamo giunti a raccontare quel che è successo il giorno di ferragosto del corrente anno, o meglio i tre giorni in cui ho potuto godere di un po’ di libertà dal lavoro, cioè fino al 17 agosto. Per l’occasione ci siamo recati a Bardonecchia ospitati a casa della suocera, dove ci hanno raggiunti in tarda mattinata gli amici con cui abbiamo pranzato. Nel pomeriggio abbiamo provato a fare una passeggiata verso la Valle Stretta, ma le temperature poco favorevoli di questa estate ed il vento ci hanno fatto stare sdraiati sui prati per pochissimo tempo. Il giorno dopo, invece, abbiamo attraversato il confine passando dalla Valle Stretta per il Col de l’Echelle in cui ho scoperto dei luoghi fantastici che non conoscevo (la strada è un po’ stretta e difficile per i neopatentati), per giungere a Briançon in cui a pranzo abbiamo mangiato nella oramai familiare trattoria Le passage la nostra solita e gustosa tartiflette. Anche qui il tempo non era eccezionale e anche se c’era il sole le temperature erano bassine, ma non ci siamo fatti scoraggiare a prendere la cabinovia che dalla città francese parte verso Prorel (2360mt/slm) passando per Pra Long (1624mt/slm). Dalla cabinovia si può ammirare un panorama stupendo di tutta la vallata francese e anche oltre, fino in Italia. Arrivati in cima abbiamo fatto ben poco a causa del freddo e così dopo aver respirato aria frizzante, ossigenato per bene i polmoni e aver goduto del meraviglioso panorama siamo ridiscesi a valle un po’ infreddoliti, ma ne è valsa la pena per 12 euro a testa per la salita e la discesa in cabinovia. Vi ricordo che a Pra Long si può fare una sosta perché bisogna fare il cambio di cabinovia. Questi luoghi d’inverno sono ideali per sciare o per le gite con le racchette da neve, mentre d’estate sono frequentati da moltissimi ciclisti in mountain-bike. Comunque conoscendo oramai il posto sarà possibile organizzarci per una futura gita in alta montagna non prima di aver gustato la tartiflette. Dunque, passiamo al terzo ed ultimo giorno di vacanza in montagna: ci siamo incontrati con una coppia di amici che hanno la casa ad Ulzio e che non vedevamo dal loro matrimonio. E’ stato piacevole incontrarli. Siamo ritornati in Valle Stretta e abbiamo potuto godere di una bellissima giornata di sole con cielo terso e temperature finalmente estive per l’altitudine raggiunta.  Da Bardonecchia si raggiunge in auto la Valle Stretta, ma anziché proseguire per Nevache bisogna imboccare la stradina a destra e dopo qualche tornante si può posteggiare l’auto sui prati pagando un’irrisoria somma di due euro. Questi soldi saranno utilizzati per la manutenzione delle strade: chissà se ne occuperà l’Italia o la Francia? In pratica si è già in territorio francese, ma la gestione è italiana. Nei giorni festivi e nei week-end questi posti sono presi letteralmente d’assalto, quindi è consigliabile andare in settimana per poter godere al meglio del paesaggio montano. Una passeggiata molto semplice da fare è quella che porta al Lago Verde, un bellissimo laghetto di origine glaciale che ha delle stupende sfumature verdi. Tutto intorno al lago si fermano a sostare i turisti, chi solo per mangiare, chi per campeggiare con tanto di amaca. La passeggiata, come dicevo è semplice, ma è meglio portarsi delle pedule o degli scarponcini robusti. I cartelli di indicazione al laghetto sono un po’ fuorvianti perché ci sono tanti percorsi che portano al lago, ma quelli indicati dai cartelli fanno percorrere dei sentieri più tortuosi. Dopo aver ammirato il laghetto (vien voglia di buttarsi in acqua o di bere delle fresche sorsate) siamo tornati indietro al rifugio Tre Alpini in tempo per pranzare (avevamo prenotato un tavolo). Ovviamente abbiamo mangiato l’impossibile: piccolo antipasto con salumi, formaggi e fagioli, polenta con cervo, salsiccia e spezzatino al sugo, dolci, caffé, acqua a volontà e un bicchiere di vino rosso (20 euro a testa). Approfittando del bel tempo e della voglia di riposarci ci siamo sdraiati sui prati antistanti il rifugio. Finalmente un po’ di sole è venuto a trovarci, almeno in questo ultimo giorno di mini vacanza. L’indomani si tornerà alla solita vita, in città, al lavoro, con il solito cielo grigio minaccioso di pioggia.

Per info:

http://www.terzoalpini.com/IT/index.html

http://www.bardonecchia.it/

http://www.ot-briancon.fr/it/

http://www.serre-chevalier.com/it

http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g219218-d1730289-Reviews-Restaurant_Le_Passage-Briancon_Hautes_Alpes_Provence.html

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E’ trascorsa qualche settimana dalle prime ferie che abbiamo fatto, ma solo ora vi consiglierò qualche visita interessante che abbiamo fatto.

Per iniziare vi propongo Brain, la mostra sul cervello che si tiene al museo di storia naturale di Milano, in corso Venezia 55. La mostra si distribuisce lungo le sale espositive dell’ala sinistra del museo. Si tratta di una visita interessante in quanto molto interattiva e facile da capire. Proprio per questo motivo il museo è preso d’assalto dalle scolaresche e quindi vi troverete in un marasma impressionante di marmocchi che urlano, spingono e non ascoltano le povere guide che si sgolano per farsi sentire. Per stare un po’ tranquilli converrebbe andare di domenica o il giovedì a partire dal tardo pomeriggio perché la chiusura è alle 22.30. Essendo un museo con sale espositive con angoli interattivi risulta divertente capire come funziona il nostro cervello stupendoci di fronte ai giochini proposti. Usciti dalle sale che ospitano la mostra Brain è possibile continuare la visita nel resto del museo. Il biglietto intero costa 10 euro. Affrettatevi perché la mostra terminerà il 13 aprile 2014.

Per info:

http://mostrabrain.it

Brain 1Brain 2

La seconda visita interessante che abbiamo fatto è stata quella al castello di Fenis in Valle d’Aosta: parte del castello è stata copiata per ricostruirla al parco del Valentino di Torino nel borgo medioevale. Il castello di Fenis non è un castello di difesa, ma semplicemente una residenza dei nobili proprietari per far notare il loro prestigio. Ovviamente il castello è stato scrupolosamente restaurato in quanto nei secoli è stato abbandonato e usato come cascina o rifugio. Il costo del biglietto è irrisorio e la visita è accompagnata con le spiegazioni di guide preparate. Usciti dal castello si può visitare il museo dell’artigianato della Valle d’Aosta e conservando il biglietto del castello si ha diritto alla riduzione. Fenis è un centro piccolissimo e se volente pranzare o cenare vi consiglio il bar ristorante pizzeria Des Alpes, Frazione Chez Sapin 10 nel centro di Fenis. E’ curioso che oltre alla cucina valdostana viene proposta la cucina pugliese ed il locale sembra gestito da una coppia di origini russe o comunque dell’est Europa. Le porzioni sono abbondanti, costano poco, ma non vi aspettate dei piatti da gourmet. La visita può poi continuare visitando gli altri castelli o recandovi ad Aosta e passeggiando nel centro storico. Mentre sto scrivendo, sia ad Aosta, sia al Forte di Bard stanno girando alcune scene per il film The Avengers 2 ambientato in Russia (rischiate di avere le strade chiuse e transennate). Un commento: agli americani la Valle d’Aosta ricorda la Russia; ma che ne capiscono loro delle bellezze artistiche italiane?

Per info:

http://comune.fenis.ao.it/cfe/index.cfm/castello-di-fenis.html

http://regione.vda.it/cultura/patrimonio/castelli/castello_fenis/default_i.asp

http://ristorantedesalpes.weebly.com

Fenis 1Fenis


La terza visita è una visita ancora più interessante perché riguarda la nostra città, Torino, devastata dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale. La mostra è ospitata all’interno di Palazzo di Barolo, nelle cantine. Nelle cantine come le persone che si rifugiavano durante i bombardamenti aerei, che spesso facevano la fine del topo. La mostra inizia con reperti e documenti della città da poco prima dell’entrata in guerra in cui la popolazione non si rendeva ancora conto della gravità della situazione e dell’inferno a cui stavano andando incontro. Durante la visita lentamente si entra in uno stato sempre più angoscioso e capiamo come siamo fortunati noi giovani generazioni per non avere vissuto quell’inferno. Documenti, abiti, foto, musiche, curiosità, bombe, ricostruzioni storiche, storie raccontate in video interviste ci accompagnano fino al termine della guerra e della liberazione nell’estate del 1943: impressionante osservare la distruzione di Torino dalle foto aeree. Una mostra vivamente consigliata e gratis per i possessori dell’Abbonamento Musei. Unico neo: la mappa del percorso mette un po’ in confusione.

Per info:

http://arestorino.it/

http://www.operabarolo.it/


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