Il Blog di Luca C.

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Nonostante i due anni di pandemia la rassegna Open House Torino non si è mai fermata e anche per il 2023 si è ripetuta ancora più ricca di opportunità e visite grazie ai volontari. Quest’anno ho optato per un tour guidato nel quartiere San Donato con tema Birra e Cioccolato. La passeggiata è iniziata in via Balbis angolo via Avet dove si può osservare che le strade sono storte e hanno notevoli dislivelli. Notoriamente Torino ha la maggior parte delle strade perpendicolari tra di loro, tradizione ereditata dai tempi dell’Antica Roma. Alcune vie sono diagonali o curve perché seguivano le mura della città o perché in tempi remoti erano dei canali che servivano a irrigare i campi o portare energia alle prime fabbriche che nascevano appena fuori dalla città. Vi propongo un sunto della piacevole e dettagliata spiegazione della simpatica e preparata guida. Ebbene, in via Balbis erano presenti delle concerie e il canale passava nelle immediate vicinanze e l’acqua arrivava dal canale Ceronda (3) direttamente dalla Pellerina attraverso via San Donato per poi terminare il suo corso nel fiume Dora. Ma quello che è importante conoscere è che al posto della vecchia conceria di via Balbis 12 nacque la Caffarel (1) azienda che lavorava il cioccolato e creò il famoso cioccolatino simbolo di Torino, il Giandujotto. Poco più avanti all’angolo con corso Principe Oddone nacque un’altra famosa azienda dolciaria, ovvero la Talmone (2) che fu trasformata in un condominio dopo il trasferimento. Ma a Torino si stava anche diffondendo un’altra attività, quella della produzione di birra e proprio di fronte all’ex azienda Talmone vi è un grande fabbricato che era la Birraria Bosio & Caratsh (4). La birra veniva esportata all’estero anche fino in Nord Africa. L’impresario svizzero Caratsh si fece costruire un Villino (5) (oggi sede degli uffici dell’autostrada Torino-Milano) in stile montanaro tipico svizzero con i tetti spioventi in rame adiacente alla sua ditta. La passeggiata continua in via Miglietti (6) dove c’era un bagno pubblico e l’ufficio del bibliotecario di Torino e una distribuzione di libri. La piazza poco vicino è dedicata ad uno dei più grandi tipografi di Torino, ovvero Paravia (7). Poco dopo in via Pacinotti (8) si può notare che la via si allarga e sembra biforcarsi: questo perché il canale scorreva nella via e si divideva in due e uno andava verso il parco del Valentino per essere utilizzato da altre aziende e per sfociare infine nel fiume Po. Si continua a camminare verso via San Donato fino al supermercato Carrefour Express che ha preso il posto di un altro birrificio: Metzger (9). Anche in questo caso è stata mantenuta intatta la vecchia struttura esterna. L’interessante visita di circa due ore finisce qui e decido di proseguire su via San Donato verso corso Tassoni dove si può notare che via San Donato è divisa in due da un viale pedonale alberato detto Balconata di Via San Donato (10) ed è così che mi ritorna in mente di aver letto che proprio in quel passaggio pedonale scorreva l’acqua del canale e che poco sopra c’è la Piazza dei Mestieri (11), oggi luogo di ritrovo per mangiare e assistere a concerti, ma ieri era una delle tante concerie. Ma quello che più mi ha stupito scrivendo questo post è scoprire che alcune delle attività sopracitate esistono ancora oggi! Tra le curiosità vi svelo il vero (?) significato del modo di dire piemontese fare la figura del cioccolataio. Esso non deriva, da come pensano molte persone, dal modo elegante di associare la cioccolata agli escrementi, ma deriverebbe dal fatto che il re prima di una sua uscita in città con la carrozza pretese un tiro da sei cavalli per distinguersi da un famoso e ricco cioccolataio che poteva permettersi una carrozza trainata da quattro cavalli. Tutto ciò comunque non è accertato in quanto i nobili parlavano la lingua francese e non il piemontese. Un’altra curiosità sui modi di dire è la derivazione di fare un ambaradan. Come è noto, con l’avvento del colonialismo europeo in Africa, in cui anche l’Italia fece la sua parte, l’esercito italiano sterminò la popolazione che faceva resistenza all’invasione e che viveva sul massiccio montuoso dell’Amba Aradam, con un un uso spropositato di armi chimiche tanto da scioccare le altre nazioni europee portandole a rifiutare ad avere rapporti commerciali con l’Italia. Questa situazione generò in Italia un’economia autarchica con la conseguente nascita di importanti aziende, alcune tutt’ora esistenti.

Finalmente è arrivato il giorno dell’Eurovision in Italia e più precisamente a Torino, la mia città! Di sicuro ci sarà un gran bel movimento per le vie del centro e nel quartiere Santa Rita in cui ha sede il PalaOlimpico che ospiterà la kermesse canora. Immagino che i turisti e i fan dei cantanti che si esibiranno il 10, il 12 e il 14 maggio si stupiranno della bellezza della città sabauda e prima capitale d’Italia, così come successe nel lontano febbraio 2006, anno delle Olimpiadi invernali. Per l’occasione ho creato un piccolo souvenir personalizzabile da costruire con i mattoncini LEGO. L’idea mi è venuta osservando i prodotti esposti nel negozio LEGO di via Roma a Torino. L’azienda danese ha prodotto delle calamite da frigo che rappresentano alcuni dei luoghi più iconici al mondo: la Torre Eiffel di Parigi, la Statua della Libertà di New York, L’Empire State Building di New York, il Palazzo di Westminster di Londra, il Bus a due piani di Londra e la Città Proibita di Pechino. Beh, che dire? Manca Torino con il suo monumento simbolo ovvero la Mole Antonelliana. Così mi sono messo all’opera e, anziché limitarmi a creare la Mole Antonelliana così come la si vede di giorno, ho pensato di aggiungere la possibilità di personalizzare la calamita con quattro versioni (Turin by day, Turin by night, Cerea néh?! e infine Eurovision 2022). La versione Turin by Night (a mio parere la più bella) presenta la Mole Antonelliana con la cupola illuminata con i colori della bandiera italiana. La versione Eurovision 2022 contiene anche una minifigure con il microfono. Potete scaricare le istruzioni, gli adesivi e la lista dei mattoncini (file in formato PDF) . L’acquisto dei mattoncini e della calamita non è incluso, ma potete acquistarli tramite il famoso sito https://www.bricklink.com/ oppure, se pensate di soggiornare qualche giorno in più a Torino, potete andare a far visita presso il negozio BigManoo in via Malta 8 (presente anche su Bricklink): la spesa si aggira intorno ai 10 euro per un totale di 49 pezzi (calamita esclusa). Se vi piace la mia creazione Souvenir de Turin cosa aspettate? Contattatemi subito! Mi trovate su Facebook, Pinterest e Youtube.

Il caso Olivetti. La IBM, la CIA, la Guerra fredda e la misteriosa fine del primo personal computer della storia

Il libro: L’autrice di questo interessantissimo saggio Il caso Olivetti (La IBM, la CIA, la Guerra Fredda e la misteriosa fine del primo personal computer della storia) ripercorre l’intera vita della famiglia Olivetti e della famosa azienda di macchine da scrivere, dalla sua nascita alla sua demolizione. Ma ciò che attira l’attenzione di Meryle Secrest è il sospetto che le morti di alcune delle figure principali della Olivetti non siano state tristi causalità. Studiando approfonditamente le situazioni economiche e politiche del secondo dopoguerra vengono a galla fatti che fanno supporre che il ramo elettronico all’avanguardia della Olivetti (e di conseguenza l’intera azienda) sia stato oggetto di “forti pressioni” da parte degli Stati Uniti d’America.

Il mio giudizio: ho letto con grande interesse il libro di Meryle Secrest e sono rimasto stupito (e anche amareggiato) dall’enorme quantità di personaggi e situazioni che entrarono in gioco per sabotare e fermare una delle eccellenze italiane, all’epoca, nel mondo. Il modus operandi della famiglia Olivetti fu visto come minaccia per gli Stati Uniti d’America e lo sviluppo del mondo occidentale. L’italia del secondo dopoguerra si trovava esattamente sulla linea di divisione tra l’occidentale capitalista e l’orientale comunista in piena guerra fredda. Era inaccettabile che un’azienda italiana avesse creato il primo PC desktop e cercasse di trovare consensi anche nel blocco orientale. Alcune parti del libro, in particolar modo all’inizio, potrebbero risultare un po’ noiose in quanto Meryle Secrest descrive a grandi linee la situazione economica e politica italiana a partire dalla prima guerra mondiale concentrandosi sui luoghi in cui visse la famiglia Olivetti, ovvero il Piemonte e la città di Ivrea. Si tratta però di una scelta obbligata per essere compresi anche da un pubblico straniero che potrebbe ignorare questi importanti dettagli che noi italiani dovremmo già conoscere. Comunque un ripasso di storia non fa mai male!

Le citazioni: “Non ci avevano educati a quel modo. Inoltre si erano sviluppate forze che lavoravano assieme, mentre noi eravamo in competizione con la FIAT; non per il tipo di produzione, ma per il modo in cui operavamo: a causa della nostra filosofia aziendale. Se andate alla FIAT vedrete che la fabbrica è circondata da mura. Noi non avevamo mura.”

Le vite dei tre uomini – Adriano, Camillo e Roberto – sono sospese, perché sospesa è la loro storia. Perché il loro lavoro fu deliberatamente ostacolato, interrotto, abbandonato, confuso o rubato, stretto da tralci nascosti che verificarono ciò che era stato avviato con tanta cura, energia e buona volontà. […] Anche l’Olivetti è finita nel dimenticatoio.

La città Olivetti incarnava “un’eredità per tutta l’umanità” Aveva avuto successo perché aveva dato vita a una relazione positiva e persino ideale tra l’uomo e il suo lavoro. […] “La fabbrica non solo come produttrice di beni, ma come produttrice di bene“.

Per info: Il caso Olivetti. La IBM, la CIA, la Guerra fredda e la misteriosa fine del primo personal computer della storia – Meryle Secrest – Libro – Mondadori Store

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Con sommo piacere utilizzo di nuovo le pagine virtuali del blog per comunicarvi che finalmente ho terminato la costruzione del set LEGO® Architecture dedicato alla mia città, Torino. Come potete notare, si tratta comunque di un prototipo da perfezionare: alcuni pezzi non esistono attualmente in commercio oppure sono rari e/o costosi. Alcuni esempi: per le facciate laterali del grattacielo di Renzo Piano avrei dovuto usare due plate 4×10 di colore azzurro chiaro trasparente (cod.3030 tr. blue), per i tetti delle torri di Palazzo Madama mi sarebbero serviti quattro plate round 1×1 di colore rosso scuro (cod.6141 new dark red), per la Porta Palatina ho usato il trapano per creare il brick with bow 1×3 (cod.4490 reddish brown) e per la pavimentazione è stato impossibile trovare 16 flat tile 1×2 grigio chiaro (cod.3069 medium stone gray). Insomma, alla fine sono riuscito a concludere questo progetto a mio avviso molto interessante e potenzialmente commerciabile. Tra le tante idee “legose” che ho avuto in questi anni LEGO® Architecture – Turin, Italy è quello più importante e che ha riscontrato un successo insperato grazie all’articolo su La Stampa di Giuseppe Culicchia, a brevi passaggi radiofonici con Katia De Rossi di Radio Number One e alla video intervista di Gioele Urso per il sito torinotoday.it, ma anche a molti seguaci amanti dei mattoncini LEGO che hanno scoperto il progetto per caso e mi hanno contattato su Facebook. Mentre scrivo queste righe il progetto LEGO® Architecture – Turin, Italy ha 1098 voti e spero che superi i 1100 quando uscirà il post (vi ricordo che ho bisogno di 10000 voti!).

Per votare LEGO® Architecture – Turin, Italy:

https://ideas.lego.com/projects/2c17aaec-223f-41f7-9956-55006dae162c

Per seguire la pagina Facebook My Brick Experience:

https://www.facebook.com/mybrickexperience

Per leggere l’articolo di Giuseppe Culicchia su La Stampa:

http://www.lastampa.it/2017/09/15/italia/il-precario-che-ha-progettato-la-torino-di-mattoncini-lego-bibCqfxr9nH3mXDCTcyfEO/pagina.html

Per vedere la video-intervista di Gioele Urso per torinotoday.it:

http://www.torinotoday.it/video/Luca-Chirieleison-Torino-Lego.html

Il mio progetto dedicato alla serie LEGO® Architecture – Torino, Italia ha bisogno dei VOSTRI voti. C’è bisogno di ben 10000 (diecimila) voti per far sì che l’azienda danese prenda in considerazione il progetto e lo produca su larga scala. Se anche voi, come me, amate Torino e i LEGO o, semplicemente, volete che un po’ di Italia sia rappresentata con i famosi mattoncini vi invito a votare e diffondere! Grazie.

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