Il Blog di Luca C.

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Quest’anno ho deciso di abbandonare il consueto appuntamento con il resoconto degli ultimi undici mesi appena trascorsi. Niente più oroscopi, grafici, commenti ironici che forse, anzi sicuramente, non sono nemmeno riuscito ad esprimere. Beh, provate voi a descrivere la vostre vite in chiave comica o ironica. Penso che sia la cosa più difficile far ridere prendendosi poco sul serio. Ho scelto di descrivere il 2023 con una canzone che più di ogni altra ho ascoltato in quest’anno faticoso e tragico in cui spesso sono stato avvolto dai sentimenti più cupi, dalla rabbia alla rassegnazione, dalla solitudine alla tristezza e alla nostalgia. Si tratta di Più di quanto ti ho amato di Ron che più volte mi ha commosso e alla quale ho dato due mie personali interpretazioni.

Una bellissima, nostalgica e commovente lettera al proprio IO giovane o, se vogliamo, bambino interiore che con il passare degli anni allontaniamo sempre più da noi stessi e, complici stili di vita volti al consumismo, regole per lo più inutili e mode assurde che ci impongono, impariamo, ahimè, a non ascoltarlo più convincendoci che la felicità risiede in quello che ci propina la società odierna sempre più devota al dio denaro, in cui è più importante quello che si ha piuttosto che quello che si è. Il nostro bambino è sempre lì con noi a indicarci la strada, ma non siamo più in grado di prestargli attenzione finché non inizia ad alzare la voce fino ad urlare. Solo allora, forse, saremo in grado di fermare le nostre vite frenetiche e prendere consapevolezza della sua preziosa presenza e della nostra lunga assenza. Prima che sia troppo tardi ritroviamo il nostro bambino interiore, fidiamoci di lui, ascoltiamolo (ci), amiamolo (ci), perdoniamolo (ci) e facciamo pace con lui, con noi stessi e con gli altri.

Forse, più semplicemente, senza tante interpretazioni psicologiche la canzone è una presa di coscienza del tempo che passa e che le persone e, aggiungo, gli animali più cari a noi e più anziani iniziano a lasciarci creando un vuoto sempre più grande che non riusciamo a colmare mentre i giorni, i mesi e gli anni corrono e passano sempre più veloci lasciando alle spalle il periodo in cui tutto ci sembrava più facile. Quel vuoto che non riusciamo a colmare potrebbe diventare più piccolo se iniziassimo a stare più vicini ai nostri cari più vecchi non in senso assistenziale, ma partecipando insieme alla Vita finché il tempo e la salute ce lo permettono evitando così inutili ripensamenti e sensi di colpa.

Perché la vita è un istante […] quando meno te lo aspetti cambia faccia e come un treno ti attraversa. Parola di Ron.

La prima volta che ho ascoltato Più di quanto ti ho amato ho avuto l’impressione che quelle parole fossero indirizzate a me raggiungendo direttamente il cuore merito della profondità del testo e dell’interpretazione di Ron. Ho deciso di inserire in questo post la versione originale presente nel disco Sono un figlio perché in quella video è stato modificato l’arrangiamento musicale in chiave più “rock” con l’aggiunta di più percussioni e chitarre elettriche distorte che, a mio parere, fanno perdere l’attenzione dal testo della canzone. Forse perché è proprio vero che fa paura esplorarci dentro nell’anima ed è più facile e conveniente rimanere sul piano mentale.

Buon ascolto.

Vorrei guardarmi con gli occhi degli altri, capire chi sono

Ché non è facile amare se stessi e dirsi perdono

Immaginarti al mio posto di fronte alle scelte importanti

In questa guerra di sogni dove la vita è un istante

Vorrei vedere le luci del mondo riaccendere il buio

Partire di notte e sentire il respiro del cielo e di tutte le terre

E ritrovarci a parlare davanti alle nostre promesse

Non sentire la distanza di questa felicità

Mi manchi così tanto più di quanto ti ho amato

Ti aspetterò qui dentro dove non ti ho mai lasciato

Mi manchi così tanto…

Lo senti questo vento e questa musica lontana?

Vorrei tornare al profumo di arancia e alla mia prima casa

Dove correvano la gioia nel sangue e i cani per strada

E respirati nell’aria fidandomi ancora di te

Che mi appartieni da sempre come la pioggia alle foglie

Mi manchi così tanto più di quanto ti ho amato

Ti aspetterò qui dentro dove non ti ho mai lasciato

Mi manchi così tanto…

E noi con gli occhi grandi ancora pieni di bellezza

Suonavamo sul mare coi piedi per terra

Ma la vita ti commuove, ti sorprende e ti accarezza

E quando meno te lo aspetti cambia faccia

E come un treno ti attraversa

Mi manchi così tanto…

Mi manchi così tanto più di quanto ti ho amato

Lo senti questo vento e questa musica?

(Ron, Più di quanto ti ho amato, Sono un figlio, 2022)

Tra due settimane è San Valentino, il giorno degli innamorati. Voglio festeggiarlo dedicando alla mia amata questa splendida canzone di Ron tratta dal suo ultimo meraviglioso lavoro discografico.

Lo so che sembra strano ed è un’impresa

Però la strada giusta è quella già intrapresa

È ripida, scoscesa e misteriosa

Tra buche e tra scossoni è piena di splendori

Ogni volta mi stupisce la magia

Di tutti quelli che, così come me,

Amano sempre la stessa persona

E della stessa persona sempre si innamorano

Si fidano sempre della stessa persona

E alla stessa persona sempre si confidano

E sotto le intemperie l’arcobaleno

Al di là delle macerie il sereno

Ci vogliono ironia e la pazienza

Parecchia fantasia e un poco d’incoscienza

La caparbietà, il romanticismo

Per tutti quelli che, così come me,

Amano sempre la stessa persona

E della stessa persona sempre si innamorano

Si fidano sempre della stessa persona

E alla stessa persona sempre si confidano

Si allontanano a volte da quella persona

però da quella persona sempre poi ritornano

Beato chi ha un po’ di fede

E nell’amore ci crede

Avevo dubbi, ma non ne ho più

Quella persona, quella persona,

Sei tu,

Sei tu.

(Ron, La stessa persona, Sono un figlio, 2022)

Iniziamo il 2021 portandoci solo le cose belle che ci ha regalato l’anno precedente. Lasciamoci alle spalle tutte le negatività, ricominciamo da oggi un nuovo percorso con nuovi progetti e propositi. Quasi sicuramente ci saranno intoppi lungo il cammino, ma freghiamocene (per quanto possibile), facciamoci una risata e continuiamo ad andare avanti. Vi auguro un 2021 di serenità.

Se t’hanno rubato o’ core

E stai murenn’ d’ammore

Perché se ne gghiut’ cu n’at

E t’à lasciato sulo

Futtetenne

Sient’ a mme, futtetenne

Futtetenne

Sient’ a mme, futtetenne

Stai pe impegna ‘o capitale

Te’ si’ mise in affar’

E gli amici più cari

T’hanno fottuto e’ denaro

Futtetenne

Sient’ a mme, futtetenne

Futtetenne

Sient’ a mme, futtetenne

Se qualcosa va male

Poi qualcosa va bene

Facimm ‘o totale pe’ truva’ a parità

Io sogno ‘o munn’ quadrato

E ‘a luna senza colore

Pensa solo a ‘na cosa pensa solo a l’ammore

Se te guard ‘o specchi’

E si’ diventat’ vecchio

Falle ‘nu pernacchio

E rid’, rid’, rid’

Rid’ rid’, rid’ e rid’

E futtetenne

Bud Spencer, Futtetenne, 2016

 

Prendi una matita, prendi una matita
e disegna un lago azzurro
buttaci i pensieri, tutti i dispiaceri
e sorridi al mondo intero

Sopra un verde prato traccia il viso amato
dagli tanti baci, baci, baci, baci
prendi una matita tutta colorata
e disegna cieli blu

Non dimenticarti questo consiglio
Seguilo e felice ancor sarai

(Mina, Prendi una matita, 1961)

mina

Risultati immagini per flavio sasso tempo perso

Quest’oggi vi parlerò di un disco, o meglio un single. Da quel che so, attualmente non esiste su supporto fisico, cd single o 45giri, ma si può trovare su tutti i siti di streaming e download musicali. Il brano si intitola Tempo perso, scritto ed interpretato da Flavio Sasso. Titolo più azzeccato non c’era, dato il periodo che molti di noi stanno vivendo cercando di reinventarsi e riscoprirsi per crearsi, se va bene, una piccola fonte di reddito, ma anche una grande soddisfazione personale. Come reinventarsi se non seguendo le proprie passioni? Non dico che sia facile, bisogna fermarsi un attimo, accettarsi per quel che si è senza pensare troppo, sapersi ascoltare, ma soprattutto non ascoltare troppo gli altri che ti dicono spesso che quel che stai facendo è solo Tempo perso. Perché gli altri sanno sempre quello che è giusto per noi, ma vorrei vederli stare al nostro posto. E così che, seguendo le proprie passioni (in questo caso la musica), possono nascere dei graziosi gioielli musicali. Tempo perso è nata alcuni anni fa. Posso dire di aver assistito, se non alla sua nascita, ad una fase del suo sviluppo in una sala di registrazione di Torino, la Rainbow. Fin dalle prime note, come ascoltatore, ho creduto in questa canzone. Glielo dissi a Flavio Sasso, è molto orecchiabile, si ricorda bene, oserei dire che è anche molto “radiofonica”. Ma Flavio Sasso, che in campo musicale sa il fatto suo, forse pensava che Tempo perso non fosse ancora pronta per il grande salto. Finalmente, da marzo 2017 Tempo perso è disponibile per tutti noi e, devo essere sincero, l’attesa non è stata

Tempo perso

Tempo perso di Flavio Sasso la trovate su:

ITunes

Google Play

Amazon mp3

Spotify

Per tutte le info e gli aggiornamenti: http://flaviosassomusic.blogspot.it/

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